E’ partito in Piemonte il Progetto CoNSENSo (Community nurse supporting elderly in a changing society): paesi Ue e non Ue che lavorano insieme, in rete (tra cui Francia, Slovenia ed Austria) su quattro punti cardine (innovazione, tematica ambientale, rendere lo spazio alpino vivibile, governance) sfruttando l'innovazione.
L’obiettivo è aumentare la capacità di fornire servizi innovativi in una società che cambia. Il valore aggiunto è quello di estendere i confini in materia di implementazione. CoNSENSo è anche la risposta al cambiamento demografico. Aiutare le persone senior over 65 sane o malate a vivere autonomamente presso il proprio domicilio il più a lungo possibile. E’ un progetto di sicurezza sociale in zone difficili in cui vivere. E' welfare europeo, un progetto proattivo per la fragilità, che si può anche prevenire. Al centro di questo ambizioso progetto c’è l'infermiere di famiglia e di comunità (IF&C), definito facilitatore all'interno della comunità. Soggetto competente che fa da tutor ai cittadini. L'infermiere ha una visione a tutto tondo dell'anziano e riesce a realizzare una condivisione tra i soggetti già presenti. Il modello funziona in questo modo. All’interno del territorio scelto per l’implementazione del modello, tutti gli anziani (≥ 65 anni) residenti, sia quelli con patologie o non autonomi, sia quelli in salute, vengono assegnati a un IF&C. Il numero di anziani assegnati ad ogni singolo IF&C verrà concordato in base alle peculiarità del territorio (dispersione, isolamento, viabilità...) e alle attività che si deciderà di effettuare.
Tuttavia non più di 500 anziani verranno assegnati a ciascun IF&C, dei quali si occuperà a tempo pieno, anche attraverso periodiche visite a domicilio. La periodicità delle visite al domicilio sarà stabilita in base alle necessità dell’anziano. All’inizio della relazione di tutoraggio tra l’IF&C ed i propri assistiti, l’IF&C effettuerà una valutazione complessiva dei bisogni di ogni singolo assistito, mediante una check list standardizzata e in collaborazione con almeno il medico di medicina generale e, se presenti, uno o più famigliari. Tutti gli attori presenti sul territorio (ospedale, servizi specialistici, servizi socio assistenziali, privato sociale ecc.) o che già a vario titolo sono intervenuti presso l’anziano verranno interpellati a questo scopo.
L’IF&C verificherà requisiti di sicurezza all’interno dell’abitazione ed eventuali problematiche sociali; in collaborazione con Mmg e servizi specialistici effettuerà piccole prestazioni medico-assistenziali (terapie, medicazioni, prelievi, ecc.), garantirà la fornitura di farmaci, monitorerà indicatori di salute; se il territorio ne ha disponibilità, faciliterà l’adozione di ausili tecnologici di telemedicina o domotica. L’IF&C acquisirà una visione complessiva dei bisogni dell’anziano a 360°, operando in raccordo con i diversi attori che ne vedono invece soltanto una fetta, secondo la specifica competenza; l’IF&C mai in nessun caso si sostituirà alle diverse figure che a vario titolo lavorano con gli anziani: Mmg, servizi specialistici, famiglia, badanti, servizi socioassistenziali, ecc. ma collaborerà in stretto rapporto con quelli, concordandone di volta in volta gli obiettivi di breve, medio e lungo periodo. L’IF&C, in stretto raccordo con la famiglia dell’anziano, si connetterà anche con gli attori locali esterni al servizio sanitario: servizi sociali, privato sociale, per ridurre il rischio di isolamento e promuovere l’accesso a tutte le opportunità di relazione e di arricchimento che il territorio mette a disposizione.