Horizon 2020: le ultime notizie ufficiali sulla Brexit

04/09/2019

Con l’avvicinarsi del 31 ottobre 2019, termine fissato per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ed in un contesto di incertezza politica in cui l'approvazione o meno di un accordo che regoli i rapporti tra la Gran Bretagna e i 27 Stati Membri sembra sempre meno probabile, aumentano i dubbi (e le domande) sulla partecipazione degli enti britannici nelle proposte e nei progetti Horizon 2020.

Per essere sempre aggiornati con notizie ufficiali sul tema, APRE (l'Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea) consiglia di consultare la sezione del sito del governo britannico dedicata ad Horizon 2020; la pagina dell’UK Research and Innovation – UKRI (ente delegato dal governo alla gestione del finanziamento agli enti del Regno Unito), contenente anche le FAQ sul tema; nonché il factsheet (aggiornato al 9 agosto 2019) dell’UK Research Office (UKRO, ufficio alle dipendenze di UKRI) che riassume brevemente e in maniera chiara le conseguenze dell’uscita del Regno Unito dall’UE con o senza accordo, fornendo anche un completo elenco di documenti ufficiali sul tema.

In linea generale, come ha ricordato il comunicato stampa della Commissione Europea del giugno scorso, in caso di uscita senza accordo il Regno Unito diventerà un paese terzo senza che intervenga un regime transitorio. Dal momento dell'uscita tutto il diritto primario e derivato dell'UE cesserà di applicarsi al Regno Unito e non vi sarà il periodo di transizione previsto dall'accordo di recesso: le perturbazioni per cittadini e imprese sarebbero ovviamente considerevoli e le conseguenze economiche gravi, con un impatto - fatte le debite proporzioni - di gran lunga superiore nel Regno Unito che negli Stati membri dell'UE a 27.

Come indicato dal Presidente Juncker dinanzi al Parlamento europeo il 3 aprile 2019, in caso di uscita senza accordo il Regno Unito dovrebbe obbligatoriamente affrontare le tre questioni principali riguardanti la separazione prima che l'UE prenda in considerazione l'avvio di discussioni sulle future relazioni. Le questioni vertono sulla necessità di: 1) tutelare e difendere i diritti dei cittadini che hanno esercitato il diritto alla libera circolazione prima della Brexit, 2) onorare gli obblighi finanziari assunti dal Regno Unito in qualità di Stato membro, 3) mantenere la lettera e lo spirito dell'accordo del Venerdì santo e la pace nell'isola d'Irlanda, nonché l'integrità del mercato interno.

Per quanto riguarda nello specifico i programmi europei, il Regno Unito ha riaffermato la volontà di partecipare al prossimo programma quadro europeo dedicato alla ricerca e innovazione, Horizon Europe, il programma erede di Horizon 2020. Al di là di come termineranno i negoziati relativi alla Brexit, se il Regno Unito decidesse di associarsi a Horizon Europe non potrà ricevere più fondi di quanti ne metterà a disposizione, al contrario di quanto avviene ora.

Dopo le elezioni europee di maggio, tra la comunità scientifica i timori di un "no-deal" sono comunque sempre maggiori. Infatti, se si verificasse tale scenario, i ricercatori inglesi non saranno più eleggibili per i finanziamenti dell'European Research Council o per le Marie Sklodowska-Curie Actions che, complessivamente, contano circa il 45% dei fondi europei assegnati al Regno Unito.